L’osteria senza oste – libro stellato 2017-18

 In

Alberto Raffaelli, L’osteria senza oste, Edizioni Santi Quaranta 2014

L’Osteria si erge discreta ma visibile sul Col Vetoraz vicino a Valdobbiadene, tra le vigne del celebre Cartizze. Però, via via, perde la sua fisicità, diventa altro: è simbolo del mondo e della vita. L’Oste c’è anche se non si vede, e nel silenzio ripara, laborioso e preciso, ai nostri disordini. L’Osteria senza oste innalza la libertà responsabile al vertice dei valori, trasmettendo l’esigente messaggio che la coscienza non ha bisogno di un guardiano per essere giusta.

L’opera, colloquiale e acuta, mostra diverse sfaccettature, personaggi dalla caratterizzazione opposta. Ha il procedere del giallo, porta con sé qualcosa di misterioso e di lievemente inquietante; insegue e scoperchia il Male senza infingimenti; intesse una delicata, improvvisa storia d’amore tra Chiara, giovanissima creatura moderna, e Adam, il vivace e simpatico ragazzone brasiliano. Si impongono le figure di Giovani Zanca, integerrimo vice ispettore di Polizia, e della moglie Elena, contraddistinta da una dolce saggezza.

In L’Osteria senza oste si staglia pervasiva una sublime pecora, che fa da buffo filo conduttore a tutto il romanzo; e sullo sfondo risalta, come cornice affettuosa, un rasserenante paesaggio di colline e vigneti, con il Piave che scorre nella sottostante pianura, a conferire familiarità a questa storia sapienziale e piacevole

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